Sosta libera, aree di sosta e camper club in Italia
- 27 Aprile 2025
- Eventi e News, Viaggi e Itinerari
- Posted by Laura Bonicoli
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Con Ester Bordino e Stefania Casale affrontiamo alcuni temi centrali della vita in camper
In occasione del Convegno sul Turismo all’aria aperta con veicoli ricreazionali abbiamo parlato con Ester Bordino, Presidente di Assocamp, e Stefania Casale, fondatrice del camper club Tanta strada in camper, delle aree di sosta, dei problemi legati all’accoglienza del turismo in camper in Italia e dell’importanza dei camper club.
La sosta libera esiste ancora?
Sì, non dappertutto, ovviamente. In Piemonte, per esempio, si può sostare ovunque per un massimo di 48 ore dove non ci sono aree di sosta. In generale, secondo l’articolo 185 del codice della strada, che regola la Circolazione e la sosta dell’Autocaravan è permessa la sosta in mancanza di aree attrezzate nei dintorni e in ogni caso è disposto che: “La sosta delle auto-caravan, dove consentita, sulla sede stradale non costituisce campeggio, attendamento e simili se l’autoveicolo non poggia sul suolo salvo che con le ruote, non emette deflussi propri, salvo quelli del propulsore meccanico, e non occupa comunque la sede stradale in misura eccedente l’ingombro proprio dell’autoveicolo medesimo”.
Questo ci ricollega all’intervento che Ester Bordino ha fatto durante il convegno.
Poche aree di sosta in Italia
Ester Bordino, Presidente di Assocamp, l’associazione dei distributori di veicoli ricreazionali italiani, ci fa sapere che in Europa, dal 2020 al 20203, sono stati immatricolati 900.000 mezzi tra camper e caravan. “È chiaro che con dei numeri così alti”, spiega la Bordino, “ci possiamo e dobbiamo aspettare un’ulteriore crescita del turismo all’aria aperta in Italia. Per questo dobbiamo prepararci più che mai alla loro accoglienza”.
In Italia abbiamo a disposizione 1200 aree di sosta, contro le 4000 della Germania. È necessario che il lavoro già in atto venga ulteriormente incrementato, anche con l’obiettivo di destagionalizzare il turismo è il camper, per esempio aprendo i campeggi più mesi all’anno rispetto a quanto non sia fatto al momento.
Tra l’altro, racconta la Casale prima del convegno, l’area di sosta perfetta ha giusto i servizi indispensabili e il camperista preferisce la sosta a pagamento, perché si assicura che non venga gestita come un parcheggio, ma come una struttura ricettiva.
Chi è il camperista?
Del resto, il camperista non è un turista diverso dagli altri. Beh, forse un pochino sì. Viaggia alla ricerca delle origini dei luoghi, della loro storia e del loro gusto e le regole che rispetta sono poche, ma fondamentali:
- il rispetto per l’ambiente,
- la correttezza e il rispetto verso la popolazione locale,
- la consapevolezza di essere degli ospiti e di voler lasciare dietro di sé solo bei ricordi.
Perché iscriversi a un camper club?
Perché scoprire veramente le origini di un luogo, magari un luogo meno conosciuto, e farlo da soli è difficile e richiede molto tempo. Il camper club crea aggregazione e favorisce il passaggio di informazioni tra un viaggiatore e l’altro, rendendo possibile la scoperta e la valorizzazione di vie meno battute. Il camper club è uno strumento fondamentale per la promozione turistica, perché raggiunge un livello capillare di approfondimento.
