Viaggio in camper in Islanda

I viaggi della Famiglia Bacci

L’Islanda è la meta ideale per gli amanti della natura e del plein air. Il nostro viaggio si è svolto dal 3 al 14 agosto ed ha seguito l’itinerario classico, il famoso Ring ossia la strada che fa il periplo dell’isola, in senso antiorario. Avendo tempo sarebbe da aggiungere qualche giorno per fare con più calma la zona dei fiordi ed in generale tutto il percorso.

Il volo con Air Iceland da Roma Rykjavik e ritorno si è rivelato la scelta vincente in questa estate di voli cancellati e ritardati.

Abbiamo deciso di prendere a noleggio i camper direttamente in Islanda per risparmiare tempo e ci siamo appoggiati a un rent di Keflavick (aeroporto di Rykjavik).

In tutto abbiamo percorso km.2500 con una spesa totale fra campeggi (la sosta libera non è consentita), gasolio e spesa per i pasti di € 1000 a equipaggio (4 persone). I supermercati sono numerosi e ben forniti, più cari dei nostri ma i pasti in camper sono sicuramente più convenienti di quelli nei ristoranti dove tra l’altro non si mangia un granché bene (pesci oceanici insipidi). Uniche cose veramente buone sono il Kir (yougurt) ed il salmone affumicato. Incredibilmente anche alcuni tipi di frutta (fragole) sono molto buoni e vengono prodotte localmente in serre riscaldate con il geotermico.

I campeggi in Islanda sono piuttosto spartani, non ci sono piazzole (tranne in quello di Rykjavick e quello di Fossatun) con servizi essenziali. Molto spesso le docce si pagano a parte. A volte sono presenti aree comuni dove si può mangiare tutti insieme ma, sono piccole e sempre affollate anche per la presenza di molti ragazzi in tenda o furgoncini che si cucinano lì. Noi non abbiamo prenotato ed abbiamo trovato sempre posto tranne che nel campeggio di Grindavick dove per due volte (all’andata e al ritorno) due dei nostri tre camper hanno dormito fuori. La spesa media per camper e 4 persone è stata di 50 euro.

Caravanbacci - Islanda in camper - Agosto 2022

Per spostarci non abbiamo trovato difficoltà scaricando su Maps la piantina dell’Islanda e poi seguendo il navigatore.

Le due escursioni che abbiamo fatto (salita al ghiacciaio e gita in mare con avvistamento balene) le abbiamo prenotate tramite il sito di Get your guide che aveva il vantaggio di poter disdire fino al giorno prima senza costi il che, non sapendo se avremmo rispettato la tabella di marcia, ci sembrava perfetto.

Con il senno di poi avremmo fatto volentieri anche la gita in gommone nel lago ai piedi del ghiacciaio (avevamo paura di avere freddo) che è stato uno dei luoghi più belli che abbiamo visto.

Abbiamo visto tantissime pecore (particolari perché hanno un bel musino a cane anziché a pecora) e cavallini islandesi (mi raccomando non chiamateli pony!).

Calcolate che su una popolazione di trecentomila islandesi ci sono 80.000 cavalli. Sono molto carini e, anche se non li abbiamo montati, hanno un particolare quinto passo che è solo loro quindi gli appassionati dovrebbero davvero provare. Abbiamo avuto anche la fortuna di vedere molte megattere e numerosi puffins (pulcinelle di mare).

3 Agosto

Arrivo all’aeroporto di Keflavik dove ci attendono gli impiegati del rent che ci portano in sede dove ci fanno una lunga presentazione sulle strade, uso del camper e posti da vedere. Ci sistemiamo, ci spostiamo a Grindavik, ceniamo fuori e ci spostiamo al Camping Grindavik.

I viaggi della famiglia Bacci - Islanda - Cavallini

4 Agosto

Prendiamo la 427 che attraversa un paesaggio lunare di pietre nere per poi deviare sulla 42 per l’area geotermale di Krysuvik molto suggestiva, una simil Pozzuoli. Parcheggio libero. Si ritorna indietro sulla 427 e si prosegue per Olfuss, poi la 34 fino a Selfoss, da qui si imbocca la 35 fino al cratere Kerio (o Kerid) un laghetto vulcanico dove è possibile fare una passeggiata intorno al cratere. Ingresso a pagamento.

Si torna indietro fino a Selfoss e si prosegue sulla 1 fino alla meravigliosa cascata di Seljalandfoss (foss vuol dire cascata) dove è molto divertente andare dietro alla cascata (munitevi di mantella impermeabile) per vedere il poderoso getto contro sole. Molto carina è anche la cascatella successiva che si raggiunge con una breve passeggiata dalla Seljandfoss: si percorre un torrente in un piccolo canyon saltellando da un sasso all’altro fino ad arrivare ad una specie di caverna dal soffitto bucato dal quale scende la cascata.

Pranzo in camper (parcheggio a pagamento) e poi proseguiamo per Skogafoss da dove saliti una serie di scalini di ferro si arriva alla prima cascata ma si può proseguire la passeggiata in salita per un bel po’ con scorci suggestivi sui vari salti del corso d’acqua.

Proseguiamo poi lungo la 1 per poi deviare verso il punto panoramico di Reynisfjara dove si vedono a dx e sx del punto di osservazione le famose spiagge nere. Siamo molto fortunati con il tempo e ci godiamo queste bellissime spiagge con il sole. Non è possibile passeggiare sulla battigia perché vari cartelli avvertono che è pericoloso per la presenza di onde anomale anche in giornate di mare calmo come oggi. Ci godiamo il panorama dall’alto e l’osservazione della nutrita colonia di pulcinelle di mare, deliziose, un incrocio tra un uccello ed un piccolo pinguino.

Dormiamo nel campeggio della vicina Vik tjaldsvaedi, nessuna piazzola e parcheggio un po’ selvaggio. Prima di arrivare in paese ammiriamo la chiesa dal tetto rosso molto caratteristica tale da essere scelta dalla Lonely Planet come foto di copertina della sua guida sull’Islanda. Facciamo un po’ di spesa nel vicino supermercato.

5 Agosto

Proseguiamo sulla 1 e poi deviamo in un breve tratto di strada sterrata verso il canyon di Fjaorargljufur, carino ma non si può camminare molto, parcheggio libero.
Proseguiamo verso il ghiacciaio Hvannadalshnjukur, il più grande d’Islanda, dove abbiamo prenotato un’escursione. Lungo la strada vediamo un’altra cascatella, la Svartifoss. Abbiamo scelto la passeggiata sul ghiacciaio anziché la navigazione in gommone sul lago glaciale di Fjallsarlon per la paura del freddo ma forse abbiamo sbagliato. Comunque il sole splende e muniti di ramponi, casco e piccozza ci spostiamo con i nostri mezzi alla base della passeggiata sul ghiacciaio.

Camminiamo per circa un’ora lungo un sentiero e poi ci arrampichiamo verso il ghiacciaio vero e proprio, beviamo l’acqua del ghiacciaio incredibilmente buona e facciamo molte foto.

Pranziamo al sole nel prato al lato del parcheggio e proseguiamo verso il lago di Fjallsarlon, bellissimo con il ghiacciaio che si riflette sul lago e vari piccoli iceberg che galleggiano e poi quello di Jokulsarlon, veramente stupendo, abitato da numerose foche e vicino, si raggiunge a piedi con breve passeggiata, alla Diamond beach, chiamata così perché è una spiaggia di sabbia nera dove sono arenati blocchi di ghiaccio che scintillano al sole come, appunto, diamanti.

Giornata eccezionale per la bellezza dei paesaggi. Pernottamento a Vestrahorn Campsite spacciato come uno dei più bei campeggi; sarà per la nebbia che si è alzata ma questo parcheggio non ci sembra nulla di che. Il piccolo bar, carino, è già chiuso ( ci faremo colazione al mattino), unica cosa interessante è uno scheletro di balena.

I viaggi della famiglia Bacci - Islanda - cascata di Seljalandfoss
I viaggi della famiglia Bacci - Islanda

6 Agosto

Mattinata piovosa e nebbiosa. Ci rendiamo conto di come potrebbe essere il nostro viaggio se il tempo fosse sempre così. Vediamo la cascata Skutafoss e poco dopo la sedia rossa, una sedia rossa piazzata sulla scogliera ottima per fare foto.

Oggi con questo tempo le belle spiagge nere che immaginiamo di sotto sono coperte dalla nebbia per cui ci perdiamo sia il faro Hvalnes che la passeggiata sulla spiaggia Stapavik. Dal Ring deviamo sulla 95 sterrata ma buona per raggiungere la cascata Hengifoss. Ha smesso di piovere, c’è un bel panorama su di un lago (Lago Lagarfljot) e sulla valle. Questo lago pare sia la dimora di un mostro marino, un lungo serpente acquatico della lunghezza di più di 10 m le cui prime ipotetiche osservazioni risalgono al 1345.

Secondo la leggenda una madre donò un anello d’oro alla figlia dicendole di riporlo sotto un piccolo drago-serpente affinché crescesse. La figlia ripose l’anello e il piccolo serpente in uno scrigno e il serpente cominciò a crescere sempre più fino a rompere lo scrigno stesso. La ragazza spaventata gettò lo scrigno con il suo contenuto all’interno del lago e il mostro continuò a crescere sempre più.

Arriviamo al parcheggio, gratis, mangiamo qualcosa lì sui nostri camper e poi iniziamo la salita sulle scale che portano alla Hengifoss la cui particolarità è quella di buttarsi giù tra delle pareti basaltiche molto particolari. È una piacevole passeggiata anche se un po’ faticosa. Dopo un paio d’ore ripartiamo e da Egilsstaoir facciamo una deviazione verso il fiordo di Seyoisfjorour. La deviazione è lunga, anche se non sono tanti chilometri sono tutte curve, però il panorama merita ed anche il paesino è carino con graziose casette affacciate sul fiordo ed una chiesa celeste piuttosto caratteristica.

Da qui partono i traghetti per la Danimarca e per le isole Faroe.

Dormiamo al Seydisfjordur Campsite genere campeggio selvaggio dove ognuno parcheggia dove vuole, bagni discreti ed una piccola sala comune che troviamo già piena. Facciamo un aperitivo comune ma poi ognuno mangia sul suo camper perché fa freddino.

7 Agosto

Subito al mattino torniamo indietro fino a Egilstaoir e ci dirigiamo verso il canyon di Stuolagil. La strada ad un certo punto non è più asfaltata ma non presenta particolari problemi tranne per uno dei nostri camper che non avendo chiuso bene una finestra e volendola aprire l’ha persa per la via! Per fortuna si è appena sciupata un po’ sull’angolo. Il parcheggio che porta al canyon è gratuito.

Si passa un ponte sul fiume che è uno dei più vecchi di Islanda, ponte in ferro, e poi si fa una piacevole passeggiata di un’ora fino all’inizio del canyon bellissimo e imperdibile: l’acqua è turchese, meravigliosa ed inviata al bagno e scorre fra alte pareti di basalto.

Camminiamo un po’ in alto ed un po’ in basso tra un masso e l’altro. Un luogo unico assolutamente da non perdere. Il tempo però stringe e dopo un’altra oretta torniamo indietro verso i nostri camper. È consigliabile arrivare presto in modo da non trovare gente (noi l’abbiamo incontrata sulla strada di ritorno).

Rifacciamo un bel pezzo di strada fatta all’andata e proseguiamo sulla 1. Ad un certo punto dobbiamo aver sbagliato strada: dalla 1 partano due strade verso la cascata Dettifoss noi abbiamo preso quella che quando si arriva ci si trova la cascata a destra ma forse l’altra era migliore: quella che abbiamo fatto noi era tutta sterrata e bruttina e ci ha costretto ad un’andatura molto bassa ed a numerosi scossoni. Comunque la cascata è molto suggestiva ed imponente.

Mangiamo sui camper e ripartiamo sulla 87 verso Husavik. Arriviamo a Husavik quasi alle 20. Per fortuna che qui c’è luce fino a tardi. Parcheggiamo i camper nel campeggio comunale e poi a piedi raggiungiamo il suggestivo porto di Husavik.

Mangiamo un fish &chips al volo prima di salire sulla nave che ci porterà a vedere le balene. Ci sono due compagnie che offrono questo servizio noi abbiamo prenotato con North Sailing. Siamo ben vestiti ma ci vengono fornite delle mute per cui non avremo per niente freddo. La scelta del giro notturno (si fa per dire perché fino alle 23.30 qui c’è luce) nella baia si rivela vincente: siamo l’unica barca in giro e le balene si avvicinano tranquille. Ce ne sono veramente tante anche se la barca si tiene sempre ad una certa distanza per non disturbarle con i rumori.

Torniamo quasi a mezzanotte, come si dice, stanchi ma felici. Vedere queste megattere è davvero una grande emozione. Purtroppo ancora in molti ristoranti vendono la carne di balene, bisogna rifiutarsi categoricamente di mangiarla. In Islanda la caccia alle balene, anche se ormai non più redditizia, è ancora consentita. Ad Husavik hanno scoperto che rende molto di più portare i turisti ad osservale che ammazzarle. Tutti gli anni le balene tornano in questa baia perché particolarmente ricca di plancton grazie a due fiumi che vi si immettono ma d’inverno vanno a svernare al caldo e percorrono anche 4000 chilometri per poter partorire al caldo.

I cetacei frequentatori di Husavik sono studiati da anni: gli studiosi li riconoscono ed identificano dal colore e dalle sfumature della coda che vanno dal bianco al nero.

I viaggi della famiglia Bacci - Islanda - Cascata a Gluggafos
spiaggia nera di Kikjufjara

8 Agosto

Per prima cosa visitiamo la zona geotermale di Hverir. Sulla strada, prima di arrivare, vediamo un bellissimo laghetto azzurro, è ciò che resta di un impianto  di trasformazione delle diatomee (un’alga di cui è ricco il lago Myvatn) per la produzione di diatomite (componente essenziale della dinamite). La fabbrica è stata chiusa nel 2004 . Parcheggio non troviamo dove pagarlo ma non è poi arrivata nessuna multa quindi credo sia libero.

Facciamo una passeggiata tra le fumarole e le pozze di acqua calda ma non saliamo (peccato) sul piccolo monte Namafjall (374m) che sovrasta Hverir. Il sentiero si inerpica sul versante ed arrivati in cima pare si apra uno stupendo panorama sull’area di Hverir da un lato e il lago Myvatn dall’altro. Costeggiamo poi il lago Myvatn, molto bello anche se tiene fede al suo nome (Myvatn vuol dire moscerino) e facciamo una passeggiata per vedere da vicino i caratteristici crateri che ci sono lungo le sponde. Gli pseudocrateri sembrano dei piccoli vulcani, ma in realtà sono stati originati dalle esplosioni sotterranee causate dall’incontro della lava incandescente con l’acqua presente nel terreno.

Ci inoltriamo lungo la sponda est ma rinunciamo alla programmata salita sul vulcano di Hverfjall perché troppo lunga e non conciliabile con i nostri tempi mentre ci godiamo una passeggiata a Dimmuburgir, una zona di formazioni laviche dalle diverse forme che si sono formate circa 200 anni fa quando una vasta eruzione del Threngslaborgir e del Ludentarborgir ha formato in questo luogo un vasto lago di lava.

La superficie del lago si raffreddò formando una cupola e in seguito la lava fluì via lasciando i pilastri che ancora oggi si osservano.

Ci sono vari sentieri che le attraversano ed uno può scegliere quale percorrere in base al tempo che ha a disposizione. Nel nostro programma originale c’era il giro di tutto il lago, volendo ci sono anche delle terme! Percorriamo la 85 e poi ad un certo punto deviamo sulla 842 per raggiungere l’imponente cascata Godafoss o cascata degli dei così chiamata perché secondo la leggenda intorno all’anno mille l’oratore delle leggi il Lögsögumaður “ Thorgeir dopo aver emanato la legge che stabiliva la conversione dal paganesimo al cristianesimo al suo ritorno dal Alþingi gettò le statue degli antichi dèi norreni nella cascata. Con una breve passeggiata si raggiungono i punti panoramici per godere di questa cascata quasi circolare.

Pranziamo al parcheggio, c’è chi approfitta del ristorantino locale. Dal parcheggio per chi fosse interessato, partono gite a cavallo.

Torniamo indietro sulla 1, passiamo il tunnel di Akureyri (va pagato sul sito entro 3 ore dal passaggio). Akureyri è una delle cittadine più grandi ed anche carine che abbiamo incontrato ma noi l’attraversiamo soltanto. Se aveste tempo qui c’è un nuovo sito termale dalle foto sembra bellissimo (Forest Lagoon).

La strada (che sbagliamo un paio di volte) verso il fiordo di Reykir ( Grettislaug-Saudarkrorur) è piuttosto lunga ( seguiamo la 1, poi la 75 ed infine la 748 che finisce nel nulla e prosegue con una strada sterrata) ma il posto dove arriviamo è magico.

È un piccolo fiordo con di fronte, lontano, dei grandi faraglioni, colline verdi alle spalle e sassi e spiagge nere davanti. Il posto è gestito da un simpatico vecchietto subito soprannominato Gandalf.

C’è una bella casa comune realizzata alla maniera islandese in legno ricoperta di torba ed erba e due piscine di acqua termale. Fa freddo, c’è un po’ di nebbia e pioggia ma ci spogliamo e ci immergiamo nelle bollenti acque termali.
Ceniamo tutti insieme nella casetta comune.

9 Agosto

Lasciamo con molto rimpianto Reykir e lungo la strada di ritorno (ripercorriamo la 748 e la 75) ci fermiamo a visitare l’antica fattoria di torba e legno di Glaumbaer ( Glaumbaer Farm & Museum ingresso a pagamento) una grande fattoria dove si può capire la vita dei contadini islandesi fino ai primi del 900. Fermatevi al caffè ospitato in una delle case più avanti perché veramente grazioso. C’è anche una graziosa chiesetta.

Proseguiamo per il canyon di Kolugljufur, il tempo è bruttino e non ci consente di mangiare fuori. Scendiamo fra le rocce giù sul fiume, facciamo un po’ di foto e ripartiamo. Abbiamo davanti un lungo trasferimento perché hanno deciso di saltare la penisola Snaefellsnes (decisione rivelatasi decisamente sbagliata) dove avremmo dovuto dormire stasera (Tjaldstaedi Stykkishomur) per arrivare prima alla zona intorno a Rekiavik dell’Anello d’oro.

Ci fermiamo a Ullaselid Wool Centre di Hvanneyri dove vendono i veri maglioni islandesi (Lopapeysa) fatti secondo i dettami (lana di pecora islandese non filata detta lopi, il maglione non deve avere cuciture, deve avere decoro solo intorno collo e spalle).

Sono piuttosto costosi ma sono caldi e idrorepellenti e dicono non si devono nemmeno lavare (solo arieggiare) perché questa lana non è attaccata dai batteri quindi non puzzano mai.

Il posto è carino con una simpatica chiesetta.
Dormiamo vicino a Borganes a Fossatun Camping Pods & Cottages il più bel campeggio che abbiamo trovato. Qui ci sono le piazzole assegnate, dei bellissimi bagni, saune e vasche idromassaggio di acqua calda, cucina comune.

Il ristorante del campeggio ha un bel terrazzo coperto a vetri che affaccia su una serie di cascatelle e lì accanto c’è una passeggiata molto adatta ai bambini con tutte storie di Troll. Siamo arrivati presto e ne approfittiamo per lavarci e fare bucato. Ceniamo al ristorante discretamente e a un prezzo giusto anche se la notte io mi sento male (colpa dell’agnello?).

I viaggi della famiglia Bacci - Islanda
I viaggi della famiglia Bacci - Islanda
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10 AGOSTO

Ci dirigiamo subito verso il Parco Nazionale di Pingvellir (o Thingvellir). Si inizia la visita percorrendo un ponte sopra una delle spaccature che dividono la placca nordamericana da quella euroasiatica, la faglia di Almannagja che significa “gola di tutti gli uomini ” (sinceramente se non ci fosse un cartello che lo spiega sembrerebbe una comune spaccatura). La spaccatura si allarga ogni anno di 2 centimetri.

Si prosegue a piedi in mezzo a colline vulcaniche fino alla zona del “parlamento”. Hingvellir. Quando i primi coloni, divisi in clan, decisero di darsi delle regole, decisero di instituire l’Alþingi, il Parlamento, che non era altro che una riunione annuale dove venivano emanate leggi riguardanti il commercio e la vita sociale (leggi orali non scritte), venivano risolte le dispute tra i clan e giudicate le controversie tra singoli.

Probabilmente Thingvellir fu scelto come luogo dove svolgere l’Alþingi perché la vasta pianura fu reputata adatta ad ospitare i partecipanti all’Alþingi che giungevano da tutte le parti dell’isola e dovevano trattenersi per alcune settimane. La fondazione del Thinvellir risale al 930. L’Alþingi governò le genti d’Islanda dal 930 fino al 1262, quando il potere esecutivo passò nelle mani dei reggenti Norvegesi, per poi passare nel 1662 nelle mani della Monarchia Danese. Il 17 Giugno 1944 l’Islanda proclamò la sua indipendenza qui a Thingvellir.

Proseguendo si arriva ad una cascatella (ormai se non sono spettacolari manco le guardiamo) Cascata di Oxarafoss, che ha origine dal fiume Oxara (bellissimo fiume il cui corso interessa tutto il Parco di Thingvellir). Si finisce il giro visitando una chiesetta che pare sia stata edificata sul più antico luogo di culto d’Islanda (intorno all’anno mille) e si vede lì accanto una casa che è la residenza estiva del primo ministro.

Ci spostiamo poi in un’altra zona del parco lungo le rive del lago Thingvallavatn che è il più grande d’Islanda, popolato da trote e salmoni ma noi vediamo solo delle anatre. In questo punto si può fare dello snorkeilng, sia nel lago che nella sotterranea faglia di Silfra ma il giretto che fanno fare è piuttosto breve. La temperatura dell’acqua del lago Thingvallavatn è di circa 4-5°C durante tutto l’anno, mantenuta costante grazie alla miriade di sorgenti sotterranee che rappresentano la maggiore fonte di affluenza dell’acqua del lago Thingvallavatn. Passeggiamo lungo uno dei tanti sentierini che costeggiano il lago e rincontriamo la faglia qui più evidente.

Ci spostiamo nell’ area geotermica di Strokkur dove c’è l’unico geysir ancora attivo per dormire al Geysir Campsite. Parcheggiamo ed approfittando della luce andiamo subito ad ammirare le eruzioni del geysir che dà il meglio di sé con grandi sbuffi. Passeggiamo verso l’alto vedendo anche gli altri geysir adesso dormienti.

Lo spettacolo del geysir è davvero emozionante e rimaniamo a lungo a vederlo (sbuffa ogni 8 minuti).

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Caravanbacci - Islanda in camper

11 AGOSTO

Al mattino diamo un ulteriore saluto al nostro geysir e poi visitiamo la cascata di GullFoss forse la più imponente delle cascate per via del doppio salto. Perdiamo un po’ di tempo nel bel negozio che si trova all’inizio della passeggiata che porta al punto panoramico sulla cascata (anche qui munitevi di impermeabile).

Decidiamo di concederci una giornata di relax e cerchiamo un luogo termale. Prima ci dirigiamo al Laugarvatn Fontana Baths a Laugarvatn sulle sponde di un laghetto molto carino con delle fumarole lungo la riva dove fanno vedere come cuociono il loro pane tradizionale Rugbraud o Hverabraud (molto buono, si sposa perfettamente con burro e salmone o burro e aringhe): depositano l’impasto di farina di segale in una pentola che viene messa sotto terra sopra una fumarola, dopo 24 il pane è pronto.

Altra cosa interessante del posto è che dove è stato sotterrato l’ultimo vescovo cattolico d’Islanda, Jón Arason. Jón era il vescovo di Hólar, che era la seconda diocesi dell’Islanda dal 1100. In seguito alle persecuzioni dei cristiani da parte del re danese Cristiano III che era luterano si ritirò a sud di Skálholt. Dopo una breve battaglia, fu catturato e decapitato insieme a due dei suoi figli (il sacerdote di Miðfjörður Björn e il giurista Ari) il 7 novembre 1550. Nella primavera del 1551, i loro corpi furono riesumati e poi nuovamente sotterrati nella sorgente calda Vígðalaug vicino al Laugarvatn . Il posto è molto carino con le piscine affacciate sul lago, ma le piscine sono piccole e piuttosto affollate quindi decidiamo di spostarci alla Secret Lagoon chiamata anche Gamla Laugin, che pare sia la più vecchia d’Islanda fondata nel 1891 a Hverahólmi, un’aerea termale vicino Flúðir.

La piscina è alimentata da sorgenti calde o meglio da piccoli geysir che eruttano ogni momento e rendono la vasca piacevolmente calda 38-40 gradi. Prima di entrare pranziamo nel prato antistante il parcheggio e poi ci immergiamo senza problemi nelle calde acque. È un posto per niente turistico, pieno di islandesi.

Facciamo l’ultimo spostamento e torniamo a dormire nel campeggio di Grindavik (in realtà dormiremo fuori perché non c’è posto).

12 AGOSTO

Ci alziamo presto perché vogliamo arrivare per tempo al parcheggio da cui parte il sentiero per salire al vulcano Fagradalsfjall. Il vulcano ha iniziato ad eruttare il giorno che siamo arrivati e tutti vogliono andare a vedere l’eruzione. Ieri sera sulla strada per Grindavik abbiamo visto centinaia di auto e camper parcheggiati nei dintorni ed abbiamo paura di non trovare posto. Alle 8 siamo lì ed il parcheggio è quasi vuoto. Parcheggio a pagamento da pagare su internet (molto complicato!).

Per salire sulla cima ci vogliono circa due ore e l’ultimo pezzo è piuttosto difficoltoso perché bisogna camminare sui sassi (munirsi di scarpe da trekking con suola rigida) ma lo spettacolo che ci attende ripaga ogni fatica. Vedere un’eruzione così da vicino è un’emozione pazzesca. Rimaniamo lassù più di un’ora incantati dallo spettacolo della lava bollente. Abbiamo fatto bene a venire presto perché scendendo incontriamo una fiumana di gente che sale.

Lungo la strada per Reykjavik ci fermiamo in una stradina laterale che ci porta ad un idilliaco laghetto dove ci fermiamo a pranzare e riposare.

Parcheggiamo al Reykjavik Campsite. Subito di fronte al campeggio c’è la fermata dell’autobus urbano ( i biglietti si pagano o in contanti precisi, non danno resto, o sull’app che due volte su tre non funziona). In dieci minuti siamo in centro percorriamo le vie del centro ( e dello shopping!) tra cui la famosa via arcobaleno (l’asfalto è colorato con i colori dell’arcobaleno) che conduce alla Chiesa di Hallgrímur (Hallgrimskirkja) chiesa moderna con una facciata alta 75 m e visibile da oltre 20 km di distanza.

Volendo si può salire con l’ascensore fino alla sommità della sua torre centrale da cui si gode un panorama eccezionale su tutta la città. Al suo interno c’è un grande organo a 5.275 canne. La costruzione della chiesa di Hallgrimskirkja è durata oltre 20 anni di tempo e la monumentale opera è stata dedicata al pastore luterano e poeta Hallgrimur Pétursson, autore di un celebre libro di salmi islandese.

Le tre campane del campanile rappresentano lui, sua moglie e la figlia, morta in giovane età.

Dalla chiesa ci spostiamo a piedi in un quartiere di case in acciaio colorato (toccandole ci siamo resi conto che quello che sembrava legno in realtà era lamiera) fino a raggiungere  il laghetto Tjölrnin  un vero e proprio lago dove si possono vedere oltre 40 specie di uccelli. Nel parco che circonda il laghetto si trova il bellissimo municipio postmoderno, visitabile a ingresso libero, il palazzo in basalto sede del Parlamento, le cui riunioni sono aperte al pubblico, e la cattedrale di Domkirkia. In ultimo ci spostiamo verso il porto vecchio dove prendiamo un aperitivo prima di rientrare verso il campeggio.

13 AGOSTO

Torniamo a Grindavick dove velocemente restituiamo i nostri veicoli, liquidiamo gli extra e con due taxi chiamati dall’agenzia di noleggio con i quali ci accordiamo che ci vengano a prendere anche la sera, ritorniamo a Reykjavik (circa un’ora di macchina).

Passando vediamo sul lungomare la scultura Solfar, la scultura più famosa di Reykjavík. Il Sólfar è stata realizzata da Jón Gunnar Árnason, per  il bicentenario della fondazione della città. L’idea dell’artista era quella di fare una scultura di acciaio che ricordasse un’imbarcazione vichinga, rendendo così omaggio alla storia islandese e alla sua tradizione marinara.

Ci facciamo lasciare all’ Harpa Concert Hall uno splendido auditorium in vetro che si riflette nella baia ed è ben visibile la notte, grazie ai suoi giochi di luce colorati. L’edificio è la sede dell’Orchestra Sinfonica e dell’Opera ed ospita congressi, esposizione artistiche ed ovviamente concerti di musica classica e contemporanea.

Al suo interno vi sono anche due ristoranti e alcuni negozi di libri e musica. Visitiamo e fotografiamo l’interno (l’esterno lo avevamo già ammirato ieri sera) e poi ci spostiamo verso il porto vecchio. Lungo la strada facciamo un giro veloce al mercato delle pulci (trovando la taglia qui sarebbe stato più conveniente comprare il lopapeysa) che incredibilmente ha ottimi prezzi .

Pranziamo in uno dei tanti ristorantini del porto Ristorante Saegreifinn. Dopo pranzo vediamo il Museo delle Balene che a noi è piaciuto moltissimo con tutte le specie di balene riprodotte a grandezza naturale e numerosi filmati interessantissimi. Tutta la zona del porto è zona di ristoranti e musei, volendo c’è anche il museo marittimo ed il museo nazionale d’Islanda. Noi preferiamo passeggiare nella città fino a tardi, giusto il tempo per assaggiare il più buono hot dog del mondo (dicono loro) ad un chioschetto vicino all’Harpa ( lo riconoscete dalla fila che c’è davanti) e riprendiamo i nostri taxi che ci portano in un albergo vicino all’aeroporto dove passeremo la nostra ultima notte in Islanda.

14 AGOSTO

Sveglia alle 4.30 ma anche se l’aeroporto è a dieci minuti il check-in è una bolgia infernale. Facciamo il self check-in e nonostante siamo arrivati più di tre ore prima del volo arriviamo giusto in tempo per l’imbarco. Salutiamo questa terra aspra e selvaggia ma bellissima e chissà magari presto ci torneremo.

Nicoletta Bacci Berlendi

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