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Viaggio in Uganda

I Viaggi della Famiglia Bacci - Dicembre 2011/Gennaio 2012

In Uganda ci sono tutte le specie di animali che si possono vedere in Tanzania o in Kenia ma in quantità minori perché il famigerato dittatore Amin oltre a sterminare persone ha pensato bene di sterminare anche quasi tutti gli animali con cacce dissennate: quelli che si vedono adesso sono il frutto di una campagna di ripopolamento. In compenso il paesaggio è più ricco, molto mosso, con colline e montagnole tutte verdissime. Nella stagione secca non ci sono molte zanzare  perché l’Uganda è un altopiano di 1000 metri.

Partenza 28/12 alle 11 da Roma con Turkish airlines con arrivo a Istanbul alle 14.30. Ripartiamo per Entebbe alle 18.30 ed arriviamo in Uganda alle 2,30 del mattino. Arriviamo al campeggio di Kampala verso le 4. Distribuzione dei bungalow, chiamiamoli così, con bagno comune esterno, a letto alle 5 e sveglia alle 8. Siamo stravolti.
29/12 Colazione abbondante almeno quella! Prendiamo possesso dei nostri veicoli ( una jepp ed un pulmino con due autisti) e partiamo dopo aver cambiato i soldi € 1= 3120 scellini ugandesi e comprato una scheda telefonica locale. Kampala pur essendo una città enorme (7 milioni di abitanti) è molto verde e la paragonano a Roma per via dei numerosi colli.
Arriviamo allo Ziwa Rhhino Santuary dove insieme ad una guida facciamo un incontro ravvicinato del terzo tipo con il rinoceronte. Vediamo una rinocerontessa con il suo piccolo ed altri esemplari maschi adulti. Ci si può avvicinare abbastanza ma sempre sottovento e la guardia ci fa allontanare ad ogni movimento sospetto degli animali anche se a guardarli sembrano molto pacifici.

Ripartiamo nel pomeriggio ed arriviamo al Murchison Park. La strada è asfaltata e buona, attraversiamo molti villaggi, tutto molto pulito e verde. Non saprei definire il paesaggio: non sono campi coltivati, non è foresta no è savana. Durante il tragitto dormicchiamo. Arrivati al Murchison la strada diventa sterrata, in terra rossa ( sembra quella dei capi da tennis verrà da qui?). Vediamo tantissime famiglie di babbuini e molti ucceli. Il lodge non è male come spazi comuni ma le stanze sono piuttosto spartane.

30/12 Sveglia alle 5,30 e partenza alle 6 per fare il safari. Attraversiamo il Nilo Alberto su di una chiatta. Il lago Alberto , dove sfocia il Nilo Alberto, è molto grande tanto da riempire la Rift Valley ( la depressione che divide l Africa in due) e stabilisce il confine con il Congo. Arriviamo alla chiatta con la luce. Qui il sole sorge  alle 7 e tramonta alle 19,30 quindi le giornate sono piuttosto lunghe. Nel fiume ci sono moltissimi ippopotami. I ragazzini fanno tranquillamente il bagno ma l autista ci racconta che sono piuttosto  frequenti uccisioni da parte degli ippopotami.
Durante il safari vediamo elefanti, molti tipi di ungulati, fagoceri, giraffe, leoni  e una varietà incredibile di uccelli. Infine anche un poco socievole black mamba di oltre due metri: anche se siamo sulla macchina riesce a spaventarci perché ci viene addosso sibilante.

Dopo il safari ci riposiamo un paio d ore in un lodge bar con fagoceri che fanno da cestini e spazzini, poi alle 14 prendiamo il battello che risalendo il fiume ci porta alle cascate Murchison create dal Nilo quando si butta nel lago Alberto. La navigazione è piacevole e dura circa due ore. Bisogna sedersi a sx perché si costeggia la riva sx che è maggiormente popolata di animali perché è più piatta della riva dx che è collinosa e gli animali preferiscono la pianura perché possono proteggersi meglio dai predatori. Durante la navigazione vediamo centinaia di ippopotami, coccodrilli, elefanti, babbuini, fagoceri e aquile e un altra incredibile varietà di uccelli: direi che l Uganda è il paradiso del birdwatching.

Rift Valley

Arrivati a circa mt.700 dalle cascate la barca si ferma perché la corrente è troppo forte. Noi scendiamo dalla barca, si può anche tornare indietro  con la barca ma ve lo sconsiglio perché con una piacevolissima passeggiata si arriva sopra la cascata e vi perderete uno spettacolo emozionante e grandioso. Fa caldo ma è sopportabile. Ammiriamo le cascate ed il fiume vorticoso per molto tempo  e poi con una breve camminata raggiungiamo le nostre auto che ci sono venute a prendere.  Non ci sono zanzare ma in compenso al mattino ed alla sera bisogna stare attenti alle mosche tzetze che trasmettono la malattia del sonno. Bisogna stare attenti anche a bagnarsi nelle acque dei fiumi, non che siano particolarmente invitanti essendo piuttosto torbide, perché qui c è la bilarziosi. A dir la verità c è anche l’ ameba ma ci laviamo i denti lo stesso con l’ acqua del rubinetto.

Arriviamo al lodge verso le 19 e ci hanno cambiato le camere: discutiamo  ma siamo in Africa e c è poco da fare. Il bungalow non è male ma è senza bagno e facciamo la doccia nei bagni comuni con un filo d acqua al semibuio ma mi lavo anche i capelli perché sono sudata e polverosa. Cena discreta ed a letto alle 10. Qui la luce è con il generatore e la erogano dalle 7 alle 22.

Murchison Cascate

31/12 Partenza alle 8. Ci aspetta una lunga giornata di trasferimento verso la foresta tropicale di Kibale tutta strada sterrata. Lungo la strada , anche se ho letto che l’Uganda è un paese prevalentemente agricolo, si vede solo agricoltura di sussistenza: piccoli campetti coltivati a granturco o banane. L’ acqua non manca, numerose le pompe dell’acqua. Gli ugandesi devono essere una mescolanza di varie razze, gli uomini sono quasi tutti alti e ben fatti ma le donne ce ne sono alcune esili e snelle, altre grasse con grossi sederi, ed anche i visi sono diversi, alcuni prettamente negroidi altri molto occidentali. Sono tutti molto cordiali, parlano tutti un po’ di inglese e nessuno fuma.

La strada è piacevole o meglio la strada è pessima e genera un continuo sballottio, ma il paesaggio è bellissimo. Attraversiamo molti paesi con personaggi interessanti. Il viaggio durerà in tutto 12 ore.  Il paesaggio lungo il percorso è collinare con una vegetazione che pur diversa dalla nostra non è tropicale a parte i banani. Verso la fine del percorso iniziano le coltivazioni intensive del the e il paesaggio cambia ancora. Arriviamo a destinazione alle 20.00: la strada a parte gli ultimi 50 chilometri era tutta sterrata. Il nostro lodge affaccia su di un lago ed il gracidare delle rane è assordante.

Kibale

1/1/2013 Dovremo partire alle 9 per una passeggiata ma ritardiamo per discussioni con uno degli autisti, La discussione è sull’ escursione per vedere gli scimpanzé che era sì facoltativa sul programma ma, scopriamo ora, avremmo dovuto prenotare e prendere i permessi a Kampala. Comunque noi non convinti lo obblighiamo a portarci ugualmente al centro e così i permessi saltano fuori e ci prenotiamo per il pomeriggio. Tutto ciò ovviamene ci ha fatto perdere un sacco di tempo ed iniziamo la nostra passeggiata molto tardi ( ore 11) con poche speranze di vedere animali. La passeggiata si rivela comunque piacevolissima prima ai bordi di una foresta e poi attraverso le zone umide dove vediamo 4 specie diverse di scimmie ( ce ne sono 8nel parco). Alle 14 ci presentiamo al centro del Kibale park ( parco degli scimpanzé) e riusciamo a partire alle 15. La visita dura circa due ore ed è un esperienza emozionante assolutamente da non perdere. Il parco è grandissimo diviso in savana, zona umida e foresta e si visita solo quest ultima per vedere gli scimpanzé (1400 esemplari presenti) divisi in 10 gruppi. Solo uno di questi gruppi ( 120 individui) è stato abituato alla presenza umana. Avviciniamo due maschi, prima l’ uno, poi l’ altro ed è fantastico. Poi vediamo sugli alberi le femmine con i cuccioli. Cosa importantissima: attrezzarsi con calzini lunghi da mettere sopra i pantaloni perché ci sono le formiche africane che risalgono da sotto e mordono senza pietà facendo un gran male. Alcuni malcapitati assediati si esibiscono in una versione del ballo di San Vito mentre si spogliano disperati. Torniamo alle 17 e sulla via del ritorno ci fermiamo ancora un ora ad osservare i babbuini che incontriamo numerosi sulla strada.

2/1  Partiamo da Kasese alle 12,45 ed arriviamo all ‘ostello del Queen Elisabeth Park alle 14,30. Il Meweya Hostel è sporco e fatiscente, con zanzariere bucate e letti rotti così dopo lunghe discussioni con l agenzia decidiamo di dormire al Mweya Safari Lodge a nostre spese, bello e panoramico che dista solo mt. 200 dall’ ostello (non economico 300 dollari la doppia con prima colazione e cena).

Kibale

3/1 Facciamo una colazione leggera perché alle 6 non danno ancora colazione Vediamoiene, kudu, Topi, bufaliin quantità, aquile ma niente leoni. Qui in Uganda è diverso dal Kenia o dalla Namibia, non si  vedono le grandi quantità di animali ma il paesaggio è molto più vario: l’ altopiano, le dolci colline, le grandi praterie, le montagne e tutto è molto più verde ed alberato. Al ritorno verso le 11 una lieta sorpresa: come un cane  randagio, trotterella tranquillo sul ciglio della strada un ghepardo. Lo seguiamo e continuiamo ad osservarlo quando  si sdraia: sembra ignorarci regale ed indifferente. Tornati al lodge facciamo una vera colazione e dopo nemmeno due ore, passate a leggere sulla panoramica terrazza del lodge da dove si vedono gli elefanti che si abbeverano al fiume, pranziamo. Alle 15 prendiamo una barca che percorre il canale Kazinga ed unisce il lago George al lago Edward che fa da confine con il Congo. Su tutte le barche bisogna sedersi a sx perché a riva mancina è quella più popolata di animali. Vediamo un miliardo di ippopotami, coccodrilli, aquile, bisonti, elefanti, martin pescatori ed degli uccelli insignificanti che fanno dei nidi enormi, pare arrivino a pesare anche kg.100. Visitiamo anche un villaggio di pescatori, la miseria è tremenda, case di fango, una piccola scuola, un bagno pubblico ( costruito grazie ad aiuti esteri), uno spaccio. Strade di terra, fonte di approvvigionamento dell’acqua il fiume. I ragazzini ci fanno il bagno ma poco tempo fa tre di loro sono stati divorati dai coccodrilli ma qui è normale. In un anno in un altro paese all’interno del parco ben 11 persone sono state mangiate dai leoni. Non hanno soldi per recintare i paesi e pare comunque che lo stato non voglia volontariamente recintarli perché gli animali devono essere liberi di circolare. Infatti l’Uganda ha accordi con il Congo ed il Ruanda, che a loro volta hanno creato parchi vicino ai confini, per permettere agli animali di circolare da un paese all altro. Nonostante questi racconti di tragiche morti, l animale di cui tutti hanno paura è il bisonte. A noi sembra un cugino della bufala e ci pare innocuo, ma è aggressivo ed infido ed attacca quando meno te lo aspetti.

Kazinga Canale

Al ritorno dalla gita in barca ci aspetta il nostro autista e ci incamminiamo verso il nuovo lodge che abbiamo prenotato noi ( in quello dove abbiamo dormito stanotte non c è posto per le prossime notti). Il lodge dove arriviamo non ha nome ma è una dependance del Kingfisher Lodge: carino, panoramico e a prezzi ragionevoli e 80 la doppia. La nostra camera è molto bella: una palafitta affacciata sullo strapiombo che domina la pianura dell’Elisabeth Park.

4/1 Oggi facciamo il giro dei laghi/crateri. Nel primo che è di acqua salata, passiamo praticamente la mattinata: in mezzo alle donne, uomini e bambini dai vestiti sgargianti che lavorano alla salina i nostri fotografi si scatenano. Molte mamme mi fanno varie serissime proposte di matrimonio per Bianca e questo è occasione per me che non fotografo di lunghe  chiaccherate,  un po’ a gesti, un po’ con interpreti vari. Abbiamo una guida compresa nel biglietto di ingresso al parco dei Crateri. Il biglietto per il parco Elisaeth va fatto ogni giorno ma sembra che il 20% degli incassi vada ai villaggi poverissimi che si trovano al suo interno. Bisogna pensare che il Queen Elisabeth è un parco enorme circa come l’ Abruzzo. Stiamo alla salina fino all ora di pranzo e regaliamo qualche penna e saponi un po’ di soppiatto perché dappertutto ci hanno chiesto di non dar nulla ai bambini né penne, né dolci e tantomeno soldi ( ma questo non l ‘avremmo fatto comunque ). Ripensando alle proposte di matrimonio per Bianca pensavo a quello di cui si parlava ieri con Mohamed, cioè che ormai non esistono più matrimoni combinati e per lui è questa la causa dei frequenti divorzi. Probabilmente tra città e campagna c è una bella differenza perché le mamme con cui ho parlato davano l’ idea di donne le cui decisioni non avrebbero potuto essere discusse. Andiamo a Kazese perché dobbiamo cambiare i soldi e bisogna andare per forza in banca perché gli euro non li cambia nessuno.

Lago

Pranziamo a Kasese e dopo torniamo verso il parco per fare la seconda parte della zona dei crateri, una bellissima successione di crateri trasformatesi in laghi, praterie, foreste. Tutto questo si ammira da un altopiano che poi finisce con un panorama mozzafiato su di un enorme vallata. Queste colline , con queste acacie ombrellifere ed i prati punteggiati dal bianco delle spiree sono struggenti.

Torniamo tardi alle 19, doccia veloce e cena nel lodge. Domani dobbiamo alzarci all’ alba.

5/1 Sveglia alle 5,30 partenza ore 6 per andare a vedere i leoni che si arrampicano sugli alberi che sono a sud del parco a circa km 80 da dove siamo noi. Impieghiamo due ore e mezzo perché la strada è tremenda, tutta buche. Ho la schiena veramente in pezzi. Pagato l’ingresso al parco ( anche per gli autisti) prendiamo pure una guida (€ 20 buttati via) per aumentare e probabilità di vedere i leoni. Non dobbiamo aspettare molto perché subito fuori lo spartanissimo campeggio che c è subito dopo l’ingresso del parco, incontriamo una leonessa che se ne sta pacifica tra l erba vicino alla pista: la cosa pazzesca che quando decide di accucciarsi, nonostante sia vicinissima, tra l era alta non riusciamo più a vederla.

Giriamo a lungo ma dopo un po’ siamo molto stanchi e,  approfittando di essere sulla jeep, noi 4 siamo d accordo, decidiamo di tornare prima. Alle 13,30 siamo al lodge e passiamo un pomeriggio in relax al bordo della piscina a leggere e scrivere. Questa pausa mi ricarica e Bianca ne approfitta per studiare. La sera incontri ravvicinati con ragni locali: io mentre sono a letto a leggere alzando gli occhi vedo un grosso ragno rosso che mi guarda dal di dentro la zanzariera, mentre medito come ucciderlo sparisce. Dai bungalow accanto si sentono urla, un enorme tarantola sta nella doccia delle ragazze, il guardiano accorre con il machete, quando vede la tarantola si fa una risata e con qualche ciabattata la uccide.

Leone Uganda

6/1 Partenza per il lago Mburo. Saliamo fino a mt.2500. Il paesaggio è formato da dolci colline che sembrano essere ricoperte da un bel prato all’inglese, in realtà sono curatissime piantagioni di the. La pianta del the è un arbusto che dura 20 anni, ogni 5 la potano a zero in modo da mantenere una forma compatta e piena. Le foglie del the vengono raccolte mediante potatura due volte a settimana, praticamente si tagliano i germogli. Ci fermiamo ad ammirare la raccolta ma, come in altre parti, non vogliono essere fotografati. Ci fermiamo anche allo spaccio ufficiale del the, ma costa il doppio che al supermarket e lasciamo stare.

Facciamo poi una sosta a Mbarara dove io e Bianca rimaniamo in auto a fare la versione di latino mentre gli altri fanno un giro al mercato locale. Cambio altri euro. Arriviamo a Lake Mburo verso le 14. I cottages dell Arcadia sono carini anche se un po spersi nel bosco, vicini al lago ma non vi si affacciano. Facciamo uno spuntino , due chiacchere ed un riposino ed alle 17 partiamo per un giro del parco. Il parco è piccolo con una vegetazione un po più fitta del solito ma niente di eccezionale solo che qui è l unico posto dove si vedono le zebre. Vediamo anche antilopi pezzate e waterbucks e gli uccelli che sono sulle monete da 500 scellini: il crested crave. Alla fine ci facciamo un aperitivo in un bar sulle rive del lago dove c è il campeggio. Tornati al lodge ceniamo molto bene. Al ritorno un boy si offre di accompagnarci al cottage ed accettiamo perché la nostra pila è scarsa e meno male perché il nostro cottage è circondato dagli ippopotami. Aspettiamo che si spostino e poi ci fondiamo dentro. All’interno un simpatico topo che assomiglia più ad uno scoiattolino, ci attende. Ci dispiace ucciderlo così lo tramortiamo e lo buttiamo fuori. Tra un geco e l’ altro ci infiliamo sotto le nostre zanzariere e ci addormentiamo. Di notte devo andare in bagno ma sono molto titubante perché in bagno la finestra ha un grosso buco fatto dalle scimmie e non mi stupirei di trovarne una sul water.

Mbarara

7/1 Partenza alle 8. Sulla strada troviamo numerose zebre e dopo l uscita dal parco ci fermiamo a fotografare una mandria delle loro fantastiche mucche cornute. Nonostante le corna enormi apprendiamo essere tutte femmine, sono mucche da latte, e mansuete come le nostre. In campagna è la donna che taglia l erba, porta le mucche al pascolo e le munge. L’ uomo fa il grande sforzo di andare in città a vendere il latte. Questo allevatore che abbiamo incontrato è un uomo ricco perché ogni mucca costa 500/600 dollari americani e lui ne ha una trentina.

Il viaggio è lungo e faticoso. Breve sosta a Mbarara per andare al supermarket (si chiamano così ma sono dei negozietti) dove compriamo the e caffè ugandese, un insetticida e biscotti. Poi ci fermiamo ancora a Kabale che è una città più grossa di Mbarara ma in decadenza. Siamo arrivati alle 13,30 per fare una breve sosta e mangiare un panino in un bar ma, con i tempi africani, dopo un ora siamo sempre qui. Ripartiamo alle 15 non prima di avere visitato un centro per bambini orfani dove ci parlano dei numerosi rapimenti e omicidi sacrificali di cui sono vittime i bambini ugandesi. La strada tra Kabale e Kisoro è in costruzione ma molto panoramica.

Il lago Bundibgio è spettacolare. Arriviamo a Kisore verso le 17. Il Tourist Hotel è al di sopra delle nostre aspettative visto che ci aspettavamo le amache nella foresta: è in muratura ed è pulito.

I dintorni di Kisoro sono caratterizzati da un susseguirsi di alte colline, in realtà sono montagne molto vecchie e quindi anziché essere appuntite sono stondate ma l altezza qui è tra i 2500 e i 3000 metri. Su tutte svetta la cima del vulcano che è al confine tra Uganda e Congo. Facciamo un breve giro di Kisore per rifornirci di frutta, biscotti e acqua per l indomani. Ceniamo alle 19,30 ed andiamo a letto.

8/1 Sveglia alle 5,30 partenza alle 6. Dopo quasi due ore arriviamo alla partenza del trekking per i gorilla. Il gruppo si è diviso in due perché a seconda della famiglia di gorilla alla quale si è stati assegnati i viene portati in luoghi di partenza diversi. Abbigliamento: scarpe da trekking, calzini alti dove infilare i pantaloni lunghi ( le formiche!!), camicia manica lunga e pile ( la mattina fa freddo) e nello zaino acqua, k-way, repellente per zanzare e cibo. Partiamo in ritardo perché la famiglia che è con noi ha una figlia di 14 anni mentre l’ età minima per partecipare al trekking è di 15. Dopo un ora e passa di trattative alla fine partiamo tutti. I gruppi sono di 8 persone. Volendo si può prendere un portatore ($15) che ti porta lo zaino e ti aiuta nei passaggi difficili. Noi ne facciamo a meno ma le altre signore approfittano. Siamo molto fortunati e dopo poco meno di un ora di cammino troviamo una famiglia di gorilla con 4 cuccioli, 2 silverback e varie femmine. Li osserviamo da due/tre metri di distanza. Gli adulti ci ignorano ma i cuccioli cercano di avvicinarsi ( subito scacciati dai rangers), giocano e sembrano fare apposta a fare capriole e ruzzoloni per essere ammirati da noi. Dopo un ora la famiglia si muove e noi li seguiamo nella foresta. Dopo un altra mezz ora i rangers ci portano via. La salita per tornare è più facile della discesa dove si scivola nel fango infatti è indispensabile munirsi di un bastone. E stata un esperienza bellissima e per niente faticosa. L’ incontro con i gorilla è stato emozionante, non ci si stancherebbe mai di guardarli, i rangers ci hanno dovuto trascinare via a forza.

Alle 15 siamo in albergo dove ci docciamo, Bianca studia io leggo nel giardino dell hotel. Parlo con alcune ragazze molto carine che mi parlano della situazione scolastica ugandese, le buone scuole sono private, quelle pubbliche non danno prospettive di lavoro. Sono molto carine, lavorano nelle vacanze per pagarsi i libri e le divise. Più tardi veniamo coinvolti per assistere ad uno spettacolo delle orfane di una fondazione locale. Alle 19,30 andiamo a cena ed iniziamo a preoccuparci perché altro gruppo non è ancora arrivato. Iniziamo a telefonare all autista ma per fortuna mezz ora dopo arrivano. Si sono fatti 9 ore e mezzo di cammino nel fango e sotto la pioggia su è giù per le colline ed i gorilla li hanno solo intravisti da lontano in mezzo alla foresta. Sono distrutti. Il fatto è che hanno scoperto a loro spese che se i rangers tornano indietro senza che i turisti abbiano visto i gorilla sono licenziati perché il parco è costretto a restituire il biglietto ( $ 500), così pur di farglieli vedere hanno seguito la famiglia di gorilla che continuava a spostarsi fino in Congo. La situazione è stata molto pericolosa perché scivolavano per metri nel fango con il rischio di rompersi qualcosa e non potere più tornare.

9/1 Partenza alle 7,30 poi ritardata alle 8 perché la jeep non partiva. Ripercorriamo la stessa strada dell’ andata. Alle 12 siamo a Mbarara. Sosta alle 15 a Masaka peer bere una cosa e sgranchirsi le gambe. Alle 16,30 siamo a Mpigi dove c è l’ altro punto dell equatore e tantissimi negozi di artigianato con cose carine e molti bei quadri di artisti africani. Facciamo qualche acquisto ma abbiamo i soldi contati. Aggiriamo Kampala perché il nostro autista fauna scorciatoia sterrata che va direttamente ad Entebbe.

Arriviamo ad Entebbe alle 18,30 e ci portano al Lake Vittoria Hotel che è un bell’ albergo vicino all’ aeroporto dove ceniamo discretamente senza spendere moltissimo ( € 12). Ci laviamo nelle toilette dell’albergo a pezzi e bocconi Alle 22 ci vengono a riprendere e ci portano in aeroporto. La macchina si ferma al parcheggio perché non c è modo di arrivare alle partenze con la macchina e purtroppo bisogna fare le scale. Salutiamo con baci e abbracci il nostro Mohamed che consiglio vivamente a chi abbia bisogno di un autista in Uganda ( Mohamed Ismail Oran tel 0256 (0)772659420 o700953619 Entebbe).

Non possiamo entrare in aeroporto perché il check-in non è ancora aperto. C è una sola sala d aspetto sporca e squallida dove ci accampiamo. I pochi negozietti sono chiusi e per spendere gli ultimi scellini compro delle pile. Dopo qualche ora siamo pronti ad imbarcarci e via Instanbul torniamo a casa dove all aeroporto c’è Paolo ad attenderci.

Il nostro viaggio era organizzato da Il vagabondo che io sconsiglio vivamente. Avevamo fatto un altro viaggio con loro ma in realtà in quel caso loro avevano rivenduto un viaggio del Genio del Bosco con il quale ci eravamo trovati molto bene (Siria e Giordania). Il percorso stabilito è stato cambiato all’ ultimo momento senza comunicarcelo e con una deviazione così assurda che  ci siamo rifiutati di fare. La cifra pagata per il viaggio era altissima rispetto alla qualità dei servizi offerti . Il Vagabondo di tutte le disorganizzazioni e le mancanze ha dato sempre la colpa al referente ugandese, la Travel 2 Uganda, ma la stessa agenzia aveva organizzato con la solita spesa ed il solito giro, un lussuoso viaggio per l’ agenzia Diamante i cui partecipanti abbiamo incrociato più volte. Anzi loro pur alloggiando il lodge di lusso con la solita cifra spesa da noi avevano anche tutti gli ingressi e le gite incluse ( che noi abbiamo sempre pagato di tasca nostra) quindi lascio dedurre le conclusioni a chi legge. Per ultimo ma non ultimo la totale mancanza di organizzazione nel caso del forzato rientro di Paolo, rientro da noi interamente organizzato.